IUS SCHOLAE

FANELLI (CGIL VENETO) E VIOTTO (FLC CGIL VENETO): “ALMENO LO IUS SCHOLAE: IMPORTANTE PASSO AVANTI PER SBLOCCARE UNA SITUAZIONE DI DISAGIO E DISCRIMINAZIONE NEI CONFRONTI DI PIÙ DI 90.000 ALUNNI CHE FREQUENTANO LE NOSTRE SCUOLE”.

Il Veneto è la terza regione per numero di alunni con cittadinanza non italiana dopo Lombardia ed Emilia-Romagna e il dato aumenta progressivamente ogni anno.
I cittadini di origine straniera in Veneto nella fascia di età che va dagli 0 ai 19 sono passati ai 39.000 del 2002 ai 115.000 del 2023.
Un altro dato fondamentale per comprendere il contesto è che il 72,9% degli alunni stranieri in Veneto è nato in Italia: una percentuale ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 67.5% (fonte: Osservatorio Immigrazione Regione Veneto).
Il Miur ha registrato per l’anno scolastico 2023/2024 92.471 alunni di origine straniera nella nostra regione.
Silvana Fanelli, Segretaria regionale Cgil Veneto: “In Veneto, ci sono più di 90.000 studenti dai 6 ai 19 anni di origine straniera, la maggioranza dei quali è nata qui e, in alcuni casi, non ha nemmeno visto il Paese di provenienza dei genitori. Si tratta di bambini e ragazzi che, per noi, dovrebbero essere di fatto italiani. Siamo di fronte ad un processo la cui crescita è inesorabile e sotto agli occhi di tutti, soprattutto qui in Veneto dove gli alunni di origine straniera crescono più che in altre regioni e dove la legge sull’immigrazione regionale è ferma al 1990, quando la situazione era ben diversa. Lo ius scholae è un provvedimento inferiore allo ius soli in termini di giustizia sociale, ma rappresenta pur sempre un passo avanti quanto mai necessario per sbloccare una situazione ormai insostenibile”.
Marta Viotto, Segretaria generale Flc Cgil Veneto: “Lo ius scholae è una norma che, pur avendo molti limiti, rappresenterebbe un primo passo verso il riconoscimento di un diritto fondamentale, ossia quello della cittadinanza per chi anche se non di origine italiana studia e frequenta la scuola. Come Flc Cgil continuiamo a credere in una scuola aperta e inclusiva dove si possa costruire una cittadinanza attiva e consapevole per tutte e tutti e dove non ci siano studenti di serie B divisi. Cosa c’è di più reale e ragionevole che battersi contro le barriere invisibile che separano bambine e bambini, ragazze e ragazzi, che trascorrono uno vicino all’altro gli anni più importanti della propria vita?”.